Come antipasto la classica squacquerone e rucola, magari impreziosita da un cucchiaio di aceto balsamico di Modena e divisa in piccoli spicchi. A seguire, qualcosa di più corposo, una farcitura a base di carne o pesce o verdure grigliate e salse artigianali. Infine, una versione dolce, con Nutella e mascarpone per i più golosi o con marmellate home made per i palati più raffinati. In alternativa si potrebbe optare per una “spiadinata”: una tavola imbandita con i più svariati prodotti del territorio da accompagnare a piadine dai diversi impasti, bianche e integrali.
Sì, è un originalissimo catering a base di piadina romagnola. A suggerirlo è Selvaggia, 40 anni, toscana, ex istruttrice in palestra e oggi Cesarina, cuoca selezionata dal quotato network di home cooking, nonché chef di Piadineria Selvaggia, il food truck che conduce insieme al marito, romagnolo doc, Alessandro.
Piadineria Selvaggia è uno dei food truck presenti su Eatinero.it e si caratterizza per un’estetica tutta romagnola: colori e decorazioni che richiamano il mare e le spiagge, una sedia a sdraio per ospitare il menu e una tavola da surf per raccontare l’origine dei prodotti. Ma la sua storia, non ci crederete, inizia sulle Dolomiti.
Alessandro e Selvaggia si conoscono non ancora 20enni a Riccione, durante un’estate galeotta, negli anni in cui Samuele Bersani invita i fan a “esportare la piadina romagnola”. Uno di quei motivetti che non ti lasciano più e che loro nel 2011 prendono alla lettera: con quel pizzico di follia che caratterizza ogni street chef, si trasferiscono in Veneto e portano tra cime innevate e piste da sci il prodotto simbolo del mare e degli stabilimenti balneari. “Il primo servizio – ricordano – lo abbiamo fatto nell’Epifania del 2012 ad Alleghe, a 18° sotto zero su un porter 4x4 che ci consentiva di arrivare ovunque e scalare qualsiasi vetta”.
Per Piadineria Selvaggia la piadina è sperimentazione. Sin dall’inizio ne propongono una versione unica, abbinandola ai prodotti del territorio in cui si sono trasferiti: speck e formaggi del Primiero su tutti. L’impasto è artigianale e si affina negli anni fino ad essere proposto in più varianti: tradizionale, con farina bianca "tipo 1" macinata a pietra, vegano con farina integrale e olio evo e ai 10 cereali. Una ricerca motivata dalla volontà di distinguersi in ogni contesto e soddisfare anche le esigenze di chi – per scelta o costrizione - segue diete particolari.
La piadina diventa così uno straordinario contenitore di delizie, in grado di ospitare ed esaltare qualsiasi ingrediente. La sfida è scegliere i giusti abbinamenti. Quando, in vista della nascita della loro bambina, si trasferiscono a Pistoia, nella città di Selvaggia, e iniziano a partecipare ad eventi street food questa sfida si fa ancora più avvincente: per ogni città in cui operano portano almeno una ricetta con presidi del territorio. Quando due anni dopo tornano a Riccione, lì dove tutto è cominciato, si specializzano in farciture a base di pesce e di prodotti romagnoli: tonno rosso dell’Adriatico – abbinato a squacquerone Igp, rucola e salsa di agrumi - o Mora Romagnola (presidio Slow Food) con pecorino riminese, cipolla dorata di Montescudo (Igp) e salsa bbq.
“Ma un retaggio dell’esperienza sulle Dolomiti non ci abbandona – raccontano – nella nostra proposta di piadine dolci troverete la Struda: uno strudel fatto con la pasta della piadina, farcito con mele, uvetta, pinoli e cannella e servito con una spolverata di zucchero a velo".
Il food truck: Piadineria Selvaggia
La canzone: Freak di Samuele Bersani
Il menu:
Antipasto - Classica (piadina con squacquerone Igp, rucola, aceto balsamico di Modena Igp).
Portata principale - Piada burger (piadina con Mora Romagnola, pecorino riminese, cipolla dorata di Montescudo Igp e salsa barbecue) oppure Piadina Adriatica (piadina con impasto ai 10 cereali, tonno rosso dell'Adriatico, squacquerone Igp, rucola e salsa di agrumi).
Dessert - Piadina Golosa (piadina con Nutella, granella di nocciole e zucchero a velo).