Divertire, emozionare, stupire. Banchi di scuola, bretelle, papillon, tap list alla lavagna. Alle origini del progetto, un'intuizione tanto semplice ambiziosa: “Portare le birre artigianali in mezzo alla gente, senza suonarcela e cantarcela”. Lontano da certi stereotipi vagamente snob, oltre gli steccati della nicchia e dell’elitarismo, puntando al contrario su una linea – concettuale ed estetica – accattivante a livello d’immagine e soprattutto estremamente pop. Detto, fatto: a distanza di quasi dieci anni dal primo goccio spillato a bordo del suo Birrabus, “il più piccolo festival ambulante di birre artigianali italiane e...non solo”, Loris Marcheselli, originario di San Giovanni in Persiceto (Bologna), e il suo brand Birra di Classe, sono oggi a tutti gli effetti una realtà affermata e polivalente che propone soluzioni differenziate e servizi “su misura”, il cui denominatore è sempre e comunque da rintracciarsi nell’alta qualità e nell’inconfondibile tocco di stile, manifesto fin dall’elegante logo in stile vintage/mods. Tra passato, presente e futuro, dalla voce dello stesso Marcheselli per Eatinero, miti, tipi e archetipi del bus più fotografato d'Italia.
Come nasce un’idea così originale?
Ai tempi, parliamo del 2014 circa, volevo aprire un micro birrificio. Poi però ho iniziato a pensare a qualcosa di più particolare, qualcosa di unico, che non si fosse mai visto prima. Lavorando sull’aspetto emozionale, si è così accesa la scintilla del Birrabus: tutti siamo andati a scuola, si tratta di un ricordo collettivo, è storia e memoria…
Quanto è stato complesso tradurre la teoria in pratica?
Parecchio. Anche perché ai tempi si trattava di un progetto che di fatto non aveva alcun precedente. All’inizio in molti mi dissuasero, dicendo che era impossibile trasformare un bus in un birrificio mobile, eppure approfondendo ricerche e lavorando con piccoli artigiani il sogno è diventato realtà.
Qual è oggi il vostro core business?
In sostanza Birra di Classe gestisce la birra negli eventi a bordo di tre differenti tipi di beer truck. Lavoriamo solo con birrifici italiani indipendenti, fornendo birre di ottima qualità, servite in un contesto divertente che attira subito l’attenzione. La capacità dei nostri truck, unita all'attitudine del nostro staff, è in grado di soddisfare anche le esigenze degli eventi più grandi: pensiamo a tutto noi.
Più nel dettaglio, quali le vostre proposte?
Il Birrabus è ancora una delle più richieste e “fotografate”. Ricavato da un ex scuolabus su pianale Ducato, è disponibile in un due “dimensioni” che permettono di arrivare a montare fino a 30 spine sulla fiancata, con una capacità di servizio di circa 1.800 litri e 700 bicchieri all’ora. Non meno, il Birracamper, ricavato invece da un ex camper Arca America sempre su pianale Ducato, monta 21 spine sulla fiancata, mosse da impianto a vista che permette di servire 2.200 litri di birra e 500 bicchieri all’ora.
Impossibile non notarvi, indubbiamente un punto di forza.
Senz’altro. Stupire emozionando è sempre stato l'aspetto fondante del nostro progetto. Oggi più che mai, in un periodo in cui le persone hanno già bevuto e mangiato praticamente qualsiasi cosa, ciò che fa davvero la differenza è la parte emozionale-esperienziale. Se vuoi alzare l’asticella di un evento devi dare al pubblico qualcosa per farglielo ricordare. I nostri mezzi sono i più fotografati, le persone ci riempiono di domande per sapere come sono stati fatti. Colpiscono perché non sono copie prodotte in serie ma veri furgoni vintage completamente modificati artigianalmente.
In questo senso, quanto sono importanti i social per la vostra attività?
Direi fondamentali. Con più di 40.000 fan su Facebook siamo un’attrazione all’interno dell’evento stesso: chi ci conosce viene a trovarci più volte, chi non ci conosce si avvicina e si ferma per fotografarci e bere qualche birra. Quando stiamo per arrivare in una città ci promuoviamo sempre sui social, facendo contemporaneamente pubblicità anche all’evento che ci ospita.
Quante persone lavorano oggi per Birra di Classe?
Ad oggi siamo in cinque, me compreso. Per gli eventi selezioniamo poi personale “a chiamata”, in base alle zone in cui si svolgerà l’evento.
A proposito. Dove vedremo prossimamente i vostri mezzi?
Dopo questi due anni così complessi, ripartiremo dall’Italia, dove si profila una stagione piena di festival ed eventi. In qualche modo sarà un nuovo inizio, un rodaggio sul campo: non vediamo l'ora. L’obiettivo è poi essere pronti nel 2023 per tornare “on the road” anche all’estero.